Cattedrale di Santa Maria Assunta
Anno di costruzione: datazione incerta (alto Medioevo)
La più antica testimonianza scritta riguardante la Cattedrale risale al 1147, quando sorse una controversia di tipo territoriale con la chiesa di S. Erasmo a Veroli. Sicuramente la sua costruzione, quindi, risale a un’epoca più antica ( IX sec. d.C. ca.).
Sicuramente nel ‘600 rappresentava l’edificio di culto principale del paese, dove gli abitanti veneravano i loro Santi Patroni: San Silverio e Sant’ Ormisda.
Nel 1717 il Vescovo di Veroli sollecitò la cittadinanza ad arricchire e restaurare la chiesa che si trovava in uno stato di degrado. I lavori, che durarono fino al 1743, modificarono la Cattedrale in uno stile Barocco che si conservò fino al secondo Conflitto Mondiale, quando l’intero abitato di Frosinone fu raso al suolo dai bombardamenti.
Restaurata e riaperta al culto negli anni ’50, fu abbellita da un ciclo di 10 dipinti dedicati al culto mariano nel 1963 e due anni più tardi fu elevata al titolo di Cattedrale.
LA STRUTTURA.
La Cattedrale ha un impianto interno basilicale a tre navate diviso da pilastri. Non presenta quindi un transetto, bensì due cappelle di fondo nelle navate laterali e un’abside decorata con un mosaico dedicato all’assunzione in cielo di Maria.
La facciata, incorniciata da due ordini di lesene (colonne piatte non portanti, ma decorative, terminanti con un capitello), con finestra policroma centrale, riprende lo stile del modello romano del tardo XVI sec. La presenza delle lesene favorisce uno sviluppo visivo verso l’alto della facciata, dandole una forma più slanciata, mitigata da un fregio orizzontale con incisa la dedica alla Vergine: “BEATAE MARIAE VIRGINI IN CAELUM ASSUMPTAE DICATUM”. “Dedicato alla Beata Maria Vergine Assunta in cielo”.
L’INTERNO.
Le decorazioni interne di stile barocco, che favoriscono principalmente l’uso di marmi policromi sia per il pavimento sia per le colonne delle navate, colpiscono immediatamente l’occhio del fedele specialmente quando il sole filtra dall’ordine di monofore situate al disopra del fregio perimetrale della navata principale.
Nel fregio a sfondo dorato è dipinto un inno a lettere nere dedicato all’Assunzione di Maria che recita: “AD SUMMUM REGINA THRONUM DEFERTUR IN ALTUM ANGELICIS PRAELATA CHORIS TU GLORIA JERUSALEM TU LAETITIA ISRAEL TU HONORIFICENTIA POPULI NOSTRI CUI FESTINAT IPSE FILIUS OCCURENS MATREM SUPER AETHER PONIT”.
“ La Regina osannata al sommo trono è portata da cori angelici. Tu gloria di Gerusalemme, Tu letizia di Israele, Tu onorificenza del popolo nostro cui si affretta il Figlio stesso occorrendo pone la Madre sopra i cieli.”.
Sopra l’altare si innesta la cupola, non particolarmente imponente ma riccamente decorata, mentre alle spalle ha sede la cattedra vescovile, direttamente sotto l’abside. Questa è interamente decorata con il mosaico realizzato da C. Mariani nel ’67 dedicato all’assunzione della Vergine in cielo. Nel mosaico si possono notare i simboli allegorici degli evangelisti, specialmente l’aquila. Sullo sfondo invece spiccano le figure degli angeli osannanti la Vergine che si erge per tutta l’altezza dell’abside.
Nella parete di controfacciata è collocato un organo moderno sotto la finestra policroma raffigurante la Madonna col Bambino e la frase latina “TOTUS TUUS”.
Nelle navate laterali, precisamente all’altezza dell’altare, troviamo due cupole minori. Nelle velette di quella di sinistra troviamo dipinte le allegorie della “Prudentia” ,“Iustitia” ,“Temperantia” e “Fortitudo”. In quelle di destra invece “S. Ormisda” “S. Silverius” “S. Ambrosius” e “S.M. Salome”.
IL CICLO MARIANO.
Il ciclo di quadri mariani risale invece al restauro degli anni sessanta, realizzati da artisti noti nella provincia e in Italia, tra cui anche Domenico Purificato.
Il ciclo inizia dal fondo della navata di sinistra in ordine cronologico con l’Annunciazione, la visita di Maria alla cugina Elisabetta, La Natività, Il Battesimo, La Sacra Famiglia, La presentazione di Gesù al tempio, Le Nozze di Canaan, La Deposizione (sotto la quale è stata collocata la tomba del vescovo Salvatore Boccaccio), La Discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria, infine L’Assunzione al cielo.
IL TONDO.
L’unico quadro risalente a prima del restauro del 1717 è un tondo della scuola di Guido Reni raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovannino con Santa Elisabetta. Il tondo si trova ora nella navata di destra sopra il confessionale. La sua caratteristica peculiare si riscontra nella differenza tra il volto della Madonna e quello di Elisabetta. Il primo appare quasi “divino”, per nulla intaccato dai segni della maternità, proprio per indicare la benedizione divina che è su di lei. Al contrario la cugina viene dipinta col viso solcato da rughe ed evidenti segni di debolezza fisica, simbolo quindi della condizione umana non privilegiata dal trascorrere del tempo.