PREFETTURA 2018-06-04T11:39:30+00:00

PREFETTURA

Un’espressione concreta dell’attività restauratrice svoltasi nei tempi di cui parliamo è la ricostruzione a Frosinone del palazzo della Delegazione Apostolica.
Parlare di quest’edificio è interessante per diverse notizie che esso ci fa acquistare.
Anzitutto bisogna ricordare che il progetto del nuovo palazzo si conserva all’archivio di Stato di Roma. Esso fu elaborato dall’architetto L. Mazzarini e porta la data dell’agosto 1825. Ma fu mandato in esecuzione dall’architetto Antonio Sarti da Modena (1797-1780).
Nelle osservazioni è detto che il palazzo della Delegazione si pensava costruirlo sull’area dell’Antica Rocca per beneficiare delle vecchie solidificazioni, già solidificate, atteso che il suolo era soggetto a dei cedimenti. L’antica rocca aveva il portone principale costruito su disegno di Michelangelo. Per questa ragione si doveva conservare nel nuovo edificio: “si conserva il vecchio portone, disegno di Michelangelo, per la fortezza del suo carattere, ed a questo si adatta tutta la costruzione di prospetto, vestendolo di cortina in pietra concia, della quale se ne ha sufficiente qualità nella demolizione di vecchie fabbriche”.
Il prospetto dell’antica rocca che dava in piazza San Benedetto era appoggiato a delle torri che le davano l’aspetto di una fortezza. Nel nuovo edificio non vengono ricostruite le torri, ma viene conservato il carattere di fortezza.
Sia nel precedente edificio, come in quello che fu costruito per la delegazione, vi errano le carceri al lato sinistro e gli uffici dell’amministrazione del governo principale sull’ala destra, guardando dalla detta piazza. La rocca possedeva al centro del fabbricato un cortile, che seguiva una linea irregolare dalla parte del Governatorato. Nel nuovo edificio invece vengono rilevati due cortili regolari. Nel luogo dove ora sorge il luogo delle P.T. vi era la casa Ciceroni fiancheggiata da due orti. Col nuovo progetto furono rilevati “un pubblico casino” e la “pubblica passeggiata presso le mura della città”.
Nell’area dove ora vediamo la Banca Italia c’era la Chiesa di Santa Lucia. Con i nuovi lavori fu ricostruita dove sorge attualmente e al suo posto fu edificato il Palazzo della Gendarmeria. Guardando lo stesso edificio dall’attuale Piazza Vittorio Veneto si vedevano le strade laterali. Entrambe furono chiuse da porte per dare a tutta la costruzione accennato carattere di fortezza. La strada posta sulla sinistra di chi guarda da Piazza Vittorio Veneto si chiamava Via Santa Lucia fino alla chiesa di San Benedetto era detta Strada Grande.
La strada principale che passa per Piazza Vittorio Veneto e prosegue ora con nome di Corso della Repubblica era allora chiamata strada nuova perchè era stata costruita da poco.